22 maggio 2012

"The agency of the future"#10 - Davide Boscacci (Direttore Creativo associato/JWT)

Davide Boscacci è copywriter, Direttore Creativo associato in Jwt e prossimo giurato a Cannes nella sezione "Direct": una sezione che in dieci anni più di tutte ha subito cambiamenti e che forse rappresenterà una delle principali attività dell'agenzia del futuro. Augurandogli in bocca al lupo, rivolgiamo a lui le domande della rubrica "The agency of the future", arrivata alla sua decima intervista.

1- Dove nasce la tua passione per l'advertising?
 Non avevo idea di questo mondo fino a sei mesi dalla laurea. Mi piaceva leggere, mi piaceva scrivere cose argute e stavo cercando di capire come mi sarei guadagnato da vivere. Un amico mi disse che secondo lui sarei stato un ottimo copywriter. Me lo misi in testa e da quel giorno lavoro per diventarlo.

2- 
In che cosa consiste il tuo lavoro?
Ti dico come mi piacerebbe rispondere: trovare soluzioni di comunicazione a problemi di marketing.

3- Qual è la tua giornata tipo?
Arrivo in ufficio verso le nove e inizio a correre. Se riesco a fine giornata faccio un po' di sport, poi corro a qualche cena o appuntamento. !uindi crollo a letto. Mi rendo conto di essere un po' lifeaholic: ho sempre paura di non vivere, vedere, conoscere, fare abbastanza. Immagino che un giorno dovrò rallentare un po' ma per ora va così.

4/6- Come pensi sarà l'agenzia del futuro? Come si dovrà organizzare rispetto al cambiamento del mercato? Quali nuovi ruoli immagini nell'agenzia del futuro? La coppia creativa cambierà?


Metto insieme tre domande per dare una risposta più organica. L'agenzia del futuro dovrà tornare a lavorare per obiettivi e non per riempire una pagina stampa o un banner. Dovrà essere il quartier generale a presidio del brand. Dovrà essere il luogo delle visioni di marca e della produzione di idee strategiche. Gli account dovranno trasformarsi sempre più in project manager, capaci di coordinare non solo risorse interne ma anche figure e strutture partner esterne, dato che la complessità del nostro lavoro oggi rende impossibile avere all'interno tutte le specializzazioni. Noi creativi dovremo tornare a essere dei pubblicitari di razza, come i grandi che hanno dato i nomi ai nostri network: non solo persone capaci di avere idee ingegnose, ma professionisti in grado di capire i media, i target, i mercati e riuscire a tradurre tutto questo in strategie e idee innovative, pertinenti, efficaci. La coppia creativa invece non cambierà molto. Avremo sempre bisogno dei due emisferi del pensiero, quello più visionario e quello più razionale. A questa cellula fondamentale sarà sempre più necessario affiancare altre professionalità specifiche ma personalmente non credo molto nei team troppo affollati. Ammettiamolo, noi creativi abbiamo ego ingombranti e difficilmente accettiamo di rinunciare al nostro spazio personale a favore del gruppo, non riconoscerlo significa compiere un errore strategico. È invece importante che ognuno si prenda la responsabilità del suo pezzo, grande o piccolo che sia.

7-Quali sono 3 lavori che secondo te rappresentano il futuro?

Ne vediamo talmente tanti che è sempre difficile scegliere. quelli che mi vengono in mente di recente:

Nike Twist, splendido esempio di tecnologia "incollata" al prodotto.


The Guardian, pensiero laterale e storytelling per raccontare un posizionamento preciso.


Puma Fastest Purchase, grande esempio di gamification applicata al punto vendita.


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